Sono questo e sono quello... tutte immagini e ruoli che in realtà sono in-form-azioni: azioni nella forma. Mi rappresentano ma non sono me.
“Come implica il termine usato originariamente da Freud in tedesco – Uber Ich – la sua funzione è di supervisore dell’Ich, il nostro senso dell’IO.
Mantiene e difende lo status quo della personalità attraverso le sue ingiunzioni e ammonizioni, dicendoci cosa fare e come essere, cosa è accettabile in noi e cosa non lo è.
Il Superego valuta la nostra esperienza in termini di buono e cattivo, giusto e sbagliato, da accettare e condannare, e così via.”
Sandra Maitri,The Spiritual Dimention of the Enneagram, Tarcher & Putnam, New York, 2000, p.37
(Il giudice interiore) è quella parte della struttura psichica che, attraverso giudizi e ammonizioni, rimproveri, premi, valutazioni, standard di comportamento e valori morali, sostiene e ricrea la nostra immagine e una particolare raffigurazione della realtà, facendoci vivere in un mondo interiore, e di relazione, basato su immagini e non sulla connessione e interazione di individui reali.
In pratica viviamo e ci relazioniamo tutti attraverso maschere che rappresentano chi e come dovremmo essere, modificando la percezione interna ed esterna a noi.
E' necessario riconoscere che dentro di noi esiste un conflitto fondamentale tra controllo e libertà/amore e una struttura che impedisce la capacità di percepirlo.
Infatti, inconsapevoli della presenza e coercizione di questo conflitto, siamo dominati da una prevaricante voce interiore che stabilisce come dovremmo essere e raramente ci permettiamo di ascoltare la gentile voce dell’anima che invece sosterrebbe e incoraggerebbe il nostro essere naturale.
Il risultato è sentirci inadeguati, privi di valore, indegni di amore.
Per non sentire questo giudizio interno, e negando perfino la sua esistenza, abbiamo bisogno di creare un’immagine positiva di noi e di spostare i conflitti verso l’esterno (giudicando l’altro, magari vendicandoci usando le diverse modalità a noi conosciute, ecc).
Trovare un capro espiatorio all’esterno di noi, infatti, ci permette di spostare la nostra attenzione da dentro a fuori nel tentativo di non percepire il dolore provocato dalla perdita del nostro valore intrinseco.
A. E. Costantino, La libertà di essere se stessi, Tecniche Nuove, Milano, 2006 ".
Fin da piccoli siamo assoggettati all'educazione altrui. Inizialmente a mamma e papà, poi agli insegnanti a scuola, agli amici e via via a tutte le persone che abbiamo incontrato. La società intera ci dice come dobbiamo comportarci, quindi, come dobbiamo essere e perfino chi dobbiamo essere.
Il risultato è che, per ricevere amore, successo e attenzione, ci unifichiamo a regole dettate dalla società.
Quello che chiamiamo Giudice Interiore è l'insieme di tutte le voci esterne che abbiamo interiorizzato. Sono così forti dal credere siano la nostra voce.
Se sbagliamo ci punisce. Se usciamo dai ranghi ci giudica. Se cerchiamo di fare di testa nostra ci inculca il senso di colpa. Se non accettiamo la sua coercizione ci fa sentire inadeguati... la lista è lunga e non finisce qua.
Ogni volta che non riceviamo l'approvazione sia esterna e sia interna, ecco che il Giudice Interiore compare con un senso di castrazione che a livello fisico si manifesta con tensioni più o meno forti secondo l'intensità del giudizio.
Per non sentire tali tensioni, tali disagi interiori, spostiamo l'attenzione fuori di noi giudicando la situazione o l'altra persona.
"Non è colpa mia. Quella persona è stronza." e molte altre affermazioni ci fanno capire il livello di tensione che percepiamo dentro.
Diverso sarebbe assumerci le nostre responsabilità e vedere cosa di vero o di falso c'è in queste idee giudicanti.
Nei prossimi articoli approfondirò questi aspetti, per cui resta in contatto e faremo un po' di strada insieme.
Puoi scambiare di posto quante volte reputi necessario. Fai le tue considerazioni e scrivile sul tuo quaderno e se vuoi condivile con me scrivendo nell'apposito spazio, specificando la tua intenzione di essere pubblicato/a o no.
Photo credit: the_mask_by_egoanianqueetus
Sono questo e sono quello... tutte immagini e ruoli che in realtà sono in-form-azioni: azioni nella forma. Mi rappresentano ma non sono me.
Da dove nasce la sofferenza e cosa attivare in noi per superarla? Scopriamolo insieme