Sono questo e sono quello... tutte immagini e ruoli che in realtà sono in-form-azioni: azioni nella forma. Mi rappresentano ma non sono me.
Quante volte ci troviamo a un bivio e non sappiamo che strada prendere? Tante!
Io stessa sto attraversando un periodo di indecisione e mi capita di svegliarmi la notte col pensiero fisso: "questa qua, no, quella là?".
Mi alzo, giro per la casa per non sentire il disagio, faccio qualcosa, leggo qualche pagina di un libro, coccolo i miei gatti, se è quasi mattina bevo un caffè... e poi comincio una nuova giornata senza pensarci più.
La notte dopo idem: "questa qua o quella là?".
DEVO FARE QUALCOSA!
Mi alzo, giro per la casa, leggo qualche pagina… ma ancora non so trovare la soluzione e faccio qualsiasi cosa pur di non sentire il disagio che, via via, sta diventando angoscia.
FAI QUALCOSA, FAI QUALCOSA, SI STA MALISSIMO QUA DENTRO! Mi suggerisce quella vocina interna onnipresente e io mi sento stupida e incapace come non mai, mentre escogito di nuovo qualcosa da fare perché non so uscire da questo impasse.
FARE, FARE, FARE! è l'imperativo del momento.
Quando il disagio, l’ansia o perfino l’angoscia, si fa strada dentro di noi, ciò che viene spontaneo è dunque FARE QUALCOSA in reazione alla scomodità dello stato d'animo che stiamo vivendo, come se l’azione - qualsiasi azione - possa risolvere il nostro stato interiore.
Sì, certo, risolvere il quesito è auspicabile ma, quando l’azione è rivolta al tentativo di superare l’ansia e non alla risoluzione del problema, allora è una bella gatta da pelare: invece di AGIRE REAGIAMO e questo non ci fa stare meglio.
Per quanto scomodi o dolorosi, il disagio, l’ansia e l’angoscia (a modo loro) ci stanno mostrando una parte di noi che non sappiamo né vedere né percepire e tantomeno agire: quella parte che ci sosterrebbe nel prendere quella dannata decisione.
Quella giusta? Non si sa, comunque una presa di posizione che mi farà AGIRE invece di RE-AGIRE.
Quindi? Quindi lo stato d’animo che stiamo vivendo è l’espediente che il nostro sistema interno usa per dirci: SVEGLIA! ma, essendo una situazione scomodissima, cerchiamo di allontanarla il più presto possibile e, segretamente, ci arrabbiamo con noi giudicandoci per la nostra momentanea incapacità.
Il giudizio si fa spazio dentro noi e l’immobilità diventa totale, per cui la notte successiva ci risvegliamo di nuovo: "questa qua o quella la?".
Questa parte che non contattiamo è una particolare qualità essenziale racchiusa nel nostro autentico essere: LA FORZA.
E’ uno stato essenziale che ci permette di percepire ed agire il coraggio e la capacità di seguire una strada - la nostra! - che può essere sbagliata per gli altri, o la più facile perché abbiamo poco tempo, o la più impegnativa perché ci piacciono le sfide.
Qualunque sia: quella giusta per noi!
Eppure, indecisi fin dall’inizio, il GIUDIZIO, sia interno sia esterno, ci frena e ci congela ma continua a martellarci: "questa qua o quella là? SVEGLIA SVEGLIA! FAI QUALCOSA O SEI UN FALLITO!".
Invece di accedere alla Forza necessaria, soccombiamo al giudizio che, impastandoci ancor più nell’indecisione, ci paralizza e ci fa sentire stupidi o inadeguati, incapaci o sbagliati.
Per uscire da questo nuovo stato d’animo prendiamo quindi quella maledettissima decisione che, probabilmente, sarà quella orientata al quieto vivere, quella che ci farà sentire adeguati e giusti ai nostri occhi e agli occhi degli altri.
Ora ti chiedo: qual’è il giudizio che temi di più?
Il tuo o quello degli altri? C’è differenza fra i due?
Mi piacerebbe sapere la tua risposta che puoi aggiungere qua sotto, ma torniamo alla FORZA e a ciò che in realtà puoi fare per attivarla e per attingervi.
Innanzitutto armati di una buona dose di sincerità e di autenticità e chiediti:
mi capita spesso non saper scegliere o sto attraversando un momento di particolare fragilità?
Quando hai raggiunto una certa tranquillità interiore, comincia la tua auto-esplorazione:
Probabilmente, a un certo punto, sentirai sorgere in te rabbia o scoraggiamento. Apriti all'emozione che si presenta, ora.
Stai lì, non cercare di sfuggire, altrimenti il tuo giudice interiore ti farà sentire un fallimento e l'indecisione da cui sei partita sarà ancora più grande!
Ora riapri gli occhi e sgranchisciti un po'. Prendi un quaderno e scrivi a rotta di collo tutto ciò che pensi, che provi: tutta la tua rabbia o tutto il tuo sconforto. Libera il sistema da tutto questo e piano piano sentirai uno stato interiore nuovo nascere in te e che, molto simile alla rabbia, ti fa sentire forte e decisa.
Questa forza è la reale Forza che ti occorre e che ti farà prendere la giusta decisione. Non dovrai più scervellarti su cosa FARE: lo FARAI perché sai cosa VUOI e come OTTENERLO.
Provare per credere!... anzi, sai che ti dico? Ora lo faccio anch'io!
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Sono questo e sono quello... tutte immagini e ruoli che in realtà sono in-form-azioni: azioni nella forma. Mi rappresentano ma non sono me.
Da dove nasce la sofferenza e cosa attivare in noi per superarla? Scopriamolo insieme