Sono questo e sono quello... tutte immagini e ruoli che in realtà sono in-form-azioni: azioni nella forma. Mi rappresentano ma non sono me.
Un viaggio dal mondo all'essenza.
Intervista di Indira a Shanti Udgiti pubblicato su "OSHO times", settembre 2013
Mandala significa cerchio e in particolare cerchio magico.
E' un fatto psichico autonomo che si distingue per una fenomenologia che si ripete sempre ed è identica in ogni luogo.
E' una specie di nucleo atomico di cui però non conosciamo ancora l'ultima struttura e l'ultimo significato.
Carl Jung
Indira: Cos’è il Mandala?
Shanti Udgiti: Il Mandala, che alla sua origine tibetana è una forma d’arte sacra, uno strumento di contemplazione e di preghiera, arriva a noi come espressione di meditazione, centratura e specchio del proprio essere. È un contenitore che ci permette di conoscerci, un po’ come l’aveva concepito Jung, che ogni mattina faceva un piccolo mandala per autoanalizzarsi attraverso l’interpretazione delle forme che apparivano sul foglio.
Indira: Ma cosa significa precisamente?
Shanti Udgiti: Manda-La significa “cogliere l’essenza”. È uno stato di vuoto, di non-mente, dove tutto atterra nel presente, nel qui e ora, dove gli avvenimenti interiori ed esteriori sono visibili, senza tutta quella “colla” che ci tiene attaccati e identificati a ciò che accade nel quotidiano non permettendoci di vedere la realtà del momento. A volte conosciamo la nostra verità, a volte no; per esempio possiamo essere consapevoli dello spazio interiore nel quale agiamo in un certo periodo della nostra vita (fiducia, amore, sessualità e così via) e in certi momenti, invece, non abbiamo accesso a questa chiarezza perché è inconscia, o forse perché quel particolare spazio interiore si sta attivando da poco e non ne siamo ancora totalmente consapevoli. Il Mandala è come una lente d’ingrandimento, cat- tura ciò che è nell’inconscio e lo mani- festa attraverso forme e colori.
Indira: Fra le molte possibilità di espressione artistica del sé perché hai scelto proprio questa?
Sono questo e sono quello... tutte immagini e ruoli che in realtà sono in-form-azioni: azioni nella forma. Mi rappresentano ma non sono me.
Da dove nasce la sofferenza e cosa attivare in noi per superarla? Scopriamolo insieme