Sono questo e sono quello... tutte immagini e ruoli che in realtà sono in-form-azioni: azioni nella forma. Mi rappresentano ma non sono me.
Nella tradizione Sufi la reale Forza dell'Essere è considerata la mano destra dell’Essenza.
Si chiama Routh che significa Spirito e Gloria e il suo sacro impulso è “IO POSSO”:
Come tutte le qualità dell’Essenza, la Forza ha una chiara manifestazione fisica e sentimentale: calore, espansione, sensualità e potenza sono alcuni suoi aspetti conditi da un senso energetico di eccitazione solida e viva.
Nel corpo è percepita principalmente nella parte destra, specialmente sotto al seno, in tutta la zona del sacro, nella colonna vertebrale e, soprattutto, nel perineo e negli organi genitali.
Come sangue, vivo e caldo, scorre nel nostro sistema: un super carburante che attiva il senso di potere personale infondendo la capacità di percorrere le proprie strade e di prendersi il rischio di uscire allo scoperto.
Non per nulla uno dei suoi aspetti principali è il coraggio.
Non contempla il giudizio interiore che tenta di mantenerci piccoli e ”buoni” per essere amati, accettati, visti ecc. ecc.
La reale Forza dell'Essere è sentirsi come leoni, senza limiti, liberi e connessi con se stessi, espansi oltre ogni limite.
Ogni essere umano conosce questo stato, eppure troppo spesso si sminuisce nella convinzione di apparire “troppo” per gli altri e, di conseguenza, di essere in qualche modo escluso.
Il bambino fra i 3 e i 5 anni è pieno di forza e vive con naturalezza questa dimensione:
Eppure, piano piano, impara a smorzare la propria vitalità e vulcanità perché considerata scomoda o invadente dalla maggior parte degli adulti.
Hai mai osservato una famiglia moderna al ristorante?
Nel momento in cui il bambino comincia a “rumoreggiare” gli si da in mano il telefono o il tablet azzittendolo all’istante, imbottendolo con immagini assurde di pupazzetti o altro.
Mamma e papà non si curano dei danni, lo fanno “innocentemente” in nome di una quiete momentanea. I vicini di tavolo non li guarderanno infastiditi e la cena con gli amici può proseguire senza intoppi.
Risultato: i “grandi” possono cenare indisturbati, mentre il piccolo è escluso e viaggia in un mondo parallelo e irreale. E’ ammaliato dal filmato dell’occasione, è totale anche in questo!
Contemporaneamente, però, nel suo inconscio si sviluppa il seme di un’idea limitante: “essere vitali non va bene”.
Purtroppo non ci si pensa: questo è un piccolo esempio, e ne potremmo fare moltissimi altri, ma abbandonare un bimbo un tablet non è poi così innocente.
Il bambino comincia a separarsi dalla propria Essenza sostituendola con qualcosa di simile ma opposto che concorrerà al formarsi di particolari sfaccettature della sua personalità.
Nella qualità che stiamo esplorando, al posto della reale forza dell'Essere - che è l’autentica capacità di esprimere se stesso e i propri bisogni o desideri - comparirà lo sforzo di essere come gli altri desiderano, rinunciando così al proprio potere personale.
Lo sforzo di questa auto-manipolazione crea ansia e tensione fino a sfociare in rabbia:
E quando si è arrabbiati è come essere all’interno di un vulcano o in una pentola a pressione pronta ad esplodere… e fa molta paura. Per questo viene castrata fin dall’infanzia.
É difficile arginarla: contiene un carico emozionale di vendetta e di prevaricazione e si teme di perdere il controllo o di diventare violenti fino ad attaccare e ferire qualcuno.
Ecco, quindi, che il bambino si trova a un bivio: rispondere con rabbia alla rabbia repressa rischiando il tutto per tutto, o limitare la propria vitalità diventando apatico, con poca energia e passione, in poche parole diventare “bravo” come vogliono mamma e papà.
“Ma come è bravo quel bambino, hai visto? Così educato e composto, è un piacere stare con lui!”
Aiutoooo!
Mi piacerebbe intervistare quel “bravo” bambino, ma sicuramente mi direbbe che sta benissimo così perché ciò che si è assicurato è il riconoscimento e l’amore di mamma e papà: bisogno principale di sopravvivenza affettiva e fisica.
Aiutoooo per la seconda volta!
Che fare a questo punto, ora che siamo adulti e la nostra vitalità è ormai distorta?
Prima di tutto lasciami dire che l’Essenza non è mai stata persa: è la nostra percezione che ci spinge a pensarlo.
In realtà è sempre stata con noi e vuole essere riconosciuta.
In questo caso, per esempio, l’Essenza usa la rabbia per dirti: “toc toc, qualcosa non sta funzionando. Dov’è il tuo potere e il tuo coraggio?”.
La rabbia, quindi, è una porta d’entrata per la Forza, la chiave per recuperare il coraggio di essere se stessi.
E’ l’occasione per liberare tutto il carico emozionale di vendetta e di biasimo accumulati, e di riappropriarci del nostro potere che non prevarica nulla e nessuno.
Certo non è facile perché, come ho detto prima, la rabbia fa paura, ma è possibile.
Col giusto sostegno e con la giusta accoglienza possiamo sfruttare la rabbia per ritrovare la nostra forza.
Una volta aperta la ferita del mancato riconoscimento ecco che l’Essenza si manifesta e si espande in tutto il corpo.
Trasforma le emozioni in sentimenti e dona un senso di grandezza infinta:
coraggio, entusiasmo, espansione, energia, potere e molto altro.
Un potere che corrisponde all’espressione “io esisto, io sono la forza” e non “sono forte e potente” come suggerirebbe la personalità incastrata nel bisogno di affermazione.
Nel prossimo articolo parlerò della rabbia. Resta in contatto ed esplora insieme a me tutte le sfaccettature dell'Essere.
Se non l'hai ancora fatto scarica i tre video nella sezione "Essenza" per conoscere la differenza fra Personalità e Essenza e molto altro.
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Photo credits: apple by Tama66 - pixabay
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Da dove nasce la sofferenza e cosa attivare in noi per superarla? Scopriamolo insieme