Sono questo e sono quello... tutte immagini e ruoli che in realtà sono in-form-azioni: azioni nella forma. Mi rappresentano ma non sono me.
I tuoi genitori ti hanno ripetuto:
Tu sbagli, questo non è giusto, non avresti dovuto farlo” e lo hanno ripetuto mille e una volta.
E allora tu hai raccolto un messaggio: che non sei stato accettato per ciò che sei e amato semplicemente per il fatto di essere.
Osho,The discipline of Transcendence, Rajneesh Foundation, Pune, India, 1978, vol.I cap.6
Centomila voci dentro di noi, un rumore di sottofondo cui siamo talmente abituati da non sentirlo più e contemporaneamente così insistente da sembrare una sola voce, la nostra.
Questa "simpatica" vocina interna ci dice costantemente cosa è giusto e cosa è sbagliato, cosa è lecito e cosa non lo è, come devo essere e perfino chi devo essere. Se "sbaglio" mi castiga, se ho paura mi fa sentire una nullità, se mi nascondo mi stana in un secondo, se... se...
Non c'è scampo: Lui è sempre sveglio, pronto, in agguato.
Mentre scrivo mi viene perfino l'idea che sia Lui la parte più consapevole di me, ma so che non è vero.
Non è consapevolezza: è un'aspetto della nostra struttura interna, così radicato in noi e così subdolo da non sentirne neppure la presenza.
Sì, è vero, spesso ci indica la strada scegliendo per noi soluzioni che ci fanno sentire giusti, al sicuro, in pace col mondo esterno e con noi stessi, ma nello stesso tempo ci limita nelle nostre esperienze e ci giudica se usciamo dagli schemi predefiniti. E se poi, coraggiosi e curiosi, riusciamo ad uscire dal cammino due sono le possibilità: se falliamo ci fa sentire degli inetti, se abbiamo successo è merito suo. Il risultato, come abbiamo visto nella pagina precedente, è sentirsi inadeguati, indegni d'amore, privi di valore... ecc.
Stanarlo, smascherarlo, ridicolizzarlo, accoglierlo, metterlo a tacere... ci sono modi diversi per difendersi e per non farsi portare in giro al guinzaglio. Lo vedremo strada facendo, ma ora:
Nei primi anni di vita, mentre si forma l’ego, il bambino è in stretto contatto con i genitori che fungono da regolatori; comincia ad apprendere che ci sono cose permesse e apprezzate e altre proibite o rifiutate.
Il suo bisogno primario, oltre al cibo, è l’amore; non riceverlo è per il bambino una sorta di morte accompagnata da sentimenti di bisogno, solitudine e disperazione, per cui, dipendendo da loro, comincerà a essere molto sensibile a tutte le sottili variazioni di quantità e qualità di amore che riceve.
Presto si renderà conto che gli atteggiamenti della mamma e del papà nei suoi confronti (più della mamma per la sua stretta vicinanza) cambiano a seconda del proprio comportamento quindi, velocemente, imparerà come procurarsi attenzione e amore da loro avviando quel processo di auto-manipolazione che stabilirà il formarsi della propria personalità.
Non ricevendo ciò di cui ha bisogno, il meccanismo di sopravvivenza darà un segnale di allerta suggerendo un messaggio del tipo “se vuoi vivere devi fare qualcosa”, così, inconsciamente, comincerà ad eliminare alcune parti di sé in nome di quella sopravvivenza.
I comportamenti, gli impulsi, le idee e le azioni indesiderabili saranno quindi inizialmente rifiutati e soppressi e successivamente repressi, diventando non più disponibili alla consapevolezza.
Col tempo gli agenti coercitivi esterni (genitori, nonni, tutori, ecc.) vengono interiorizzati. Ciò avviene attraverso i processi di interiorizzazione e identificazione, per cui gli agenti coercitivi divengono parte della struttura interna dell’infante. In altre parole, il bambino porta dentro di sé le richieste dei genitori facendole proprie. Dobbiamo ricordare qui che questi processi sono meccanismi di difesa indirizzati, in questo caso, a evitare la perdita o la presunta perdita del genitore o del suo amore.
A.H.Almaas, Work on Superego, Ridhwan Foundation, Diamond Heart and Training Institute, pag. 3
L'introiezione e l'identificazione avvia inoltre il processo della formazione della struttura psichica -EGO- che caratterizzerà l'individuo. In questa fase di crescita Ego e Superego non sono ancora distinti, ma via via che la struttura interna si cristallizza, il Superego diventa il suo regolatore che da difensore (come abbiamo visto sopra) diventerà giudice stabilendo codici morali e standard di comportamento.
Da qui in poi, le azioni del bambino e poi dell'adulto, le sue emozioni e i suoi pensieri, saranno dominati da questi codici dandogli l'illusione di essere "giusto" quando li segue e di essere "sbagliato" quando li trasgredisce.
Sono questo e sono quello... tutte immagini e ruoli che in realtà sono in-form-azioni: azioni nella forma. Mi rappresentano ma non sono me.
Da dove nasce la sofferenza e cosa attivare in noi per superarla? Scopriamolo insieme