Sono questo e sono quello... tutte immagini e ruoli che in realtà sono in-form-azioni: azioni nella forma. Mi rappresentano ma non sono me.
Mercoledì scorso verso sera ricevo un messaggio, una sorta di SOS rimbalzato da un telefono di un’amica a quello di un’altra fino ad arrivare a me: qualcuno ha organizzato un week end di benessere sul lago di Como per l’intero fine settimana e il messaggio è la richiesta di un operatore di respiro e di danza terapia che possa sostituire all’ultimo momento chi ha avuto un intoppo.
Non so nulla di danza, ma di respiro sì, e il week end è libero così rispondo all’appello.
Parlo con Cinzia, operatrice di massaggio, che mi mette in contatto con Patricia, l’organizzatrice. Scambio qualche telefonata con lei, le faccio la proposta di sostituire la danza con la pittura e in poche ore il gioco è fatto: sabato mattina si comincia.
Giovedì e venerdì non trovo un momento per pensare a cosa proporre al gruppo: solo l’idea di lavorare sul proprio “potere personale” che, guarda caso, è anche uno dei temi della riunione che ho in programma il venerdì sera. Carico la macchina di colori, pennelli, fogli ecc., faccio la valigia, do un’occhiata al computer per assicurarmi di avere abbastanza musiche e sabato mattina parto all’alba per raggiungere Villa Savoia sul lago di Como.
Non conosco nessuno: non i partecipanti, non Cinzia e nemmeno Patricia che mi accoglie come una vecchia amica (da ora in poi lo è diventata!) prima di introdurmi al gruppo che sta facendo colazione.
Sento curiosità mista a una lieve tensione provenire dai partecipanti. Mi chiedono: cosa faremo? Bella domanda!
Non so ancora cosa proporrò. Ho solo un’idea formulata mentre ero alla guida e che si dirigeva verso l’esplorazione della rabbia - che, consapevolmente o no, è latente in tutti noi - per sfociare nella forza personale: il rosso, il coraggio del leone, l’audacia e l’energia vitale. Mentalmente avevo anche fatto una scaletta delle musiche che avrei scelto per agevolare questa qualità essenziale ma, di fronte a loro, qualcosa mi dice di no: non c’è lo spazio energetico adatto.
Oh, mamma, e ora? Non c’è tempo per pensare a una nuova soluzione.
Manca poco all’inizio, ma non lascio spazio a quella voce interiore che mi porterebbe velocemente alla tensione.
“Tranqui” le dico. “Lasciati guidare dal tuo intuito” mi dico
Saluto i partecipanti e con Patricia salgo in soffitta per preparare la sala di pittura. La sua eccitazione è palpabile, invitante, mentre dentro di me si crea il vuoto, il silenzio.
Scendo e mi accomodo su uno dei divani bianchi di una sala affacciata sul lago, inondata di sole. Respiro profondamente mentre i partecipanti preparano il giaciglio per la seduta di respiro.
Annuso l’aria, entro in contatto con l’energia del gruppo.
Chiudo gli occhi e vedo un arcobaleno stagliarsi sullo sfondo nero delle palpebre: tutti i colori, tutte le qualità dell’Essenza. Non una particolare, ma tutte insieme! Ok, questo è il tema: FLUIRE. Fluire con la grandiosità che c’è già in ognuno di noi. Nulla da infondere se non il rafforzare in ognuno la propria luminosità.
Sono calma, attenta e presente. Metto musiche dolci. Invito i partecipanti a esplorare intimamente ciò che più apprezzano in loro e, finita l’introspezione, a dichiararlo al gruppo: qualcuno dice “la capacità di amare”, qualcun altro “la curiosità” o “la forza”, qualcun altro ancora “la determinazione” o “il coraggio”.
Gioia e pace nel mio cuore!
Siamo pronti per partire su una nuova navicella spaziale che ci porterà nel profondo dei nostri sentimenti accompagnati dal respiro circolare consapevole. Mi sento in comunione con tutto e tutti, mentre danzo con l’energia che c’è, forte e chiara. Parole escono dalla mia bocca e le dimentico subito dopo, quasi non formulassi io quei pensieri ma arrivassero da qualche altra parte, mentre mi sento come un flauto che vibra musica al passaggio di un soffio ispiratore.
La mia qualità di questo momento?
Fiducia: il bianco immacolato, senza traccia.
Uno spazio solido e denso che sostiene me e il gruppo che a me si affida. Più mi lascio invadere da questa dimensione e più sento crescere in me gioia, pace e forza che sfociano nell’amore per me e per questi nuovi compagni di avventura.
Sento resistenze e tensioni in alcuni, fiducia e curiosità in altri, commozione o veli di tristezza in altri ancora. Sento tutto e partecipo al loro cammino che, col passare delle ore e dei giorni, respirando e dipingendo, sboccia infine nel dichiarare ai compagni e al mondo: io sono! Io sono curiosità. Io sono coraggio e determinazione. Io sono silenzio e pace.
Io sono… punto.
Sì. Ci sono giorni in cui tutto si allinea alla perfezione ed io non posso fare altro che lasciarmi andare. Senza idee prestabilite. Senza intenzione se non fluire con ciò che c’è. Dire Sì!
Grazie a Cinzia e a Patricia, ai partecipanti e ai super cuochi per questo inaspettato week end di benessere collettivo.
Sono questo e sono quello... tutte immagini e ruoli che in realtà sono in-form-azioni: azioni nella forma. Mi rappresentano ma non sono me.
Da dove nasce la sofferenza e cosa attivare in noi per superarla? Scopriamolo insieme